Cima Giardonera (2784m) – cresta nord ovest

14 Set 2021 | Arrampicata

CIMA GIARDONERA (2784m) – Cresta nord-ovest

la cresta vista dal Tovo Piccolo

ALPI: Graie Meridionali

VALLE: Val Grande

LOCALITA’: Frazione Vonzo (Chialamberto)

VIA: cresta nord-ovest

APRITORI / DATA: ignoti

ESPOSIZIONE: nord-ovest

DIFFICOLTA’: max V

MATERIALE IN POSTO: un paio di cordoni di calata

MATERIALE OCCORRENTE: friend fino al n°3 BD, una scelta di nut, rinvii, cordoni e fettucce. Una corda da 60m.

il profilo della cresta

cartina I.G.C.

AVVICINAMENTO:

Seguire la strada della Val Grande fino all’inizio del comune di Chialamberto e senza oltrepassare i campi gioco svoltare a destra seguendo le indicazioni per la frazione Vonzo (1231m). Raggiungerla e passare a monte di essa con la circonvallazione che porta alla fine del paese nello spiazzo dietro la chiesa. Posteggiare e tornare a piedi indietro sulla circonvallazione fino a reperire dopo pochi minuti il sentiero, con paline indicatrici, che porta ai Chiapili e al bivacco Cecilia Genisio. Seguire il sentiero N°324 risalendo il lungo e pittoresco Vallone di Vassola fino all’Alpe Vailet (2233m) dove sorge il nuovo bivacco (inaugurato nel 2021) “Cecilia Genisio”, provvisto di materassi, coperte e impianto fotovoltaico (acqua pochi metri a valle). Da Vonzo 2h15’

bivacco Cecilia Genisio

Spalle al bivacco traversare a sinistra facendo attenzione a non perdere il sentiero (segni bianchi-rossi) che si porta sulla sponda idr.sx del vasto pianoro acquitrinoso sottostante. Seguire il sentiero A.V.C. che taglia a mezzacosta sul pianoro in direzione del Colle della Terra (2420m). Una volta al cospetto delle bastionate della Giardonera, subito a sinistra del colle, abbandonarlo e per tracce portarsi verso l’Alpe Biolla, a monte della quale si trova un laghetto.

Risalire il vallone a ridosso della bastionata della Giardonera prendendo come riferimento il colle caratterizzato dall’ultima parte terrosa (attenzione che tale colle non è da confondere con il Colle della Coppa 2572m che si trova più a sinistra). Una volta giunti nel valloncello del laghetto ci sono due possibilità.

colletto attacco cresta

1-andare al colle suddetto dal fondo terroso e da qui, superando i risalti rocciosi con divertente e facile arrampicata, giungere in prossimità della punta del Tovo Piccolo (2729m) che si può facilmente raggiungere per divallare quindi all’attacco della cresta della Giardonera.

2-non andare al colle terroso ma al colletto incassato e meno evidente che si trova a destra e che porta direttamente all’attacco della cresta della Giardonera. Tale soluzione fa risparmiare tempo ed è più logica.

Fino ai colli contare circa 1h30’

NOTE:

Una cresta quasi completamente sconosciuta ma molto bella come ambiente, roccia e arrampicata, soprattutto se si superano integralmente tutti i torrioni sul loro filo senza aggirarli. Il dislivello non è molto ma lo sviluppo è notevole. Una ascensione molto remunerativa di media difficoltà a cavallo tra Val Grande e Valle Orco in un ambiente selvaggio e solitario. Si arriva direttamente in vetta alla Giardonera, poco frequentata anche dagli escursionisti. Attenzione alla nebbia. La discesa è facile tecnicamente ma non così banale da trovare se non si conoscono bene i posti.

La relazione proposta si riferisce a come è stata fatta la salita in data 26/08/2021 da Luca e Matteo Enrico e Vanessa Cimolin, i torrioni sono stati superati tutti nelle loro parti più interessanti evitando alcuni possibili e molto più facili aggiramenti. Ad esempio il primo salto può essere tralasciato superando la facile crestina sulla sua sinistra, se però la salita viene effettuata nel modo descritto ne risulta un’arrampicata classica molto interessante.

in alto si nota il trorrione finale con la “testa” squadrata

DESCRIZIONE VIA:

Dal colletto posto all’inizio della cresta scendere brevemente a destra sul lato Val Grande, alla base del primo evidente torrione. Attaccare la fessura nel suo centro (IV+) fin dove la parete si raddrizza. Uscire quindi a sinistra (IV) sulla crestina.

Traversare le facili placche che formano la crestina fino a dove questa risulta interrotta da un salto.

Scendere disarrampicando a sinistra (lato Valle Orco) portandosi alla base del secondo torrione che si supera nel suo centro, nella sua parte più bella, uscendo da esso tramite una larga e caratteristica spaccatura (IV+). Dalla sua sommità scendere facilmente alla base del terzo torrione.

Il terzo torrione è quello tecnicamente più difficile. Lo si attacca nel suo centro puntando a una bella lama-fessura che si vede bene alla sua metà. La lama la si raggiunge spostandosi verso destra, quindi la si afferra e la si segue fino al muretto finale che riserva ancora un non facile passaggio fino al pianerottolo dove si sosta alla base del successivo muro fessurato. Difficoltà massima: passaggi di V grado.

Dalla sosta spostarsi a destra e seguire l’estetica fessura sinuosa (IV+) fino a uscire in una zona più facile.

Superando i risalti che formano la cresta (III/III+) giungere all’attacco di un quarto torrione che si sale sul lato sinistro su placche biancastre, non difficili ma poco proteggibili (III+/IV-). Dalla sua sommità si traversa ancora e per placconate si divalla verso l’ultimo grande torrione caratterizzato dalla sua “testa” squadrata leggermente reclinata verso il versante Val Grande.

Dalla forcella si supera sulla sinistra un breve muretto più verticale continuando poi la scalata più o meno verticalmente fino alla sommità (difficoltà max sul IV-). Su una cornice lato Val Grande si traversa fino alla parte opposta del torrione.

Un cordone incastrato permette di fare una breve calata per superare l’aggettante paretina sotto la sommità del torrione (sotto al primo muretto è presente anche una vecchia corda fissa). Recuperata la corda traversare fino alla base di un ultimo risalto che però non si sale.

La prosecuzione verso la vetta, contornando il torrione lato Valle Orco, appare piuttosto disagevole ed esposta, dalla forcella scendere allora sul lato Val Grande in un canalino di erba e rocce. E’ possibile superare questo tratto disarrampicando o facendo una breve doppia utilizzando un cordone su masso.

Risalire facilmente il canalino erboso fin sotto l’ultima paretina (aggirabile a destra) che porta all’ometto di vetta. Salire la paretina ben ammanigliata ma verticale sbucando esattamente al grande ometto con croce, punto culminante della Giardonera. Contare 4h di cresta, 5 se si parte dal colletto terroso passando per il Tovo Piccolo.

DISCESA:

Dalla cima si scende verso sud non seguendo però integralmente il crestone (comunque percorribile aggirando facilmente alcuni salti) ma spostandosi su lastroni rocciosi e terreno prativo (attenzione all’erba olina) senza via obbligata (solo vaghe tracce) puntare verso il Colle di Nora (2527m), dominato da un imponente ed isolato monolite roccioso.

Da qui si divalla verso il Lago di Nora (2384m) e quindi verso il sentiero A.V.C. , a valle del Colle della Terra. Si segue il sentiero, in alcuni punti ancora lastricato, (segni bianchi- rossi e segni blu di un percorso di trail, questi segni a tratti sono più visibili di quelli ufficiali) fino alla bellissima Alpe Pian di Lee (2285m) da cui con il sentiero n°325 si scende all’Alpe Trai (2119m).

la Giardonera da sud

Sempre seguendo il sentiero n°325 si superano le Alpi Rocciapian e Cialma fino a scendere per cespugli e lastroni alla sommità di Testarebbo, caratterizzata da una croce. In questo tratto il sentiero, seppur sempre segnalato, non è molto evidente. Da qui ci si infila nel bosco per giungere a monte di Chiapili e quindi a Vonzo.

In alternativa giunti all’Alpe Rocciapian invece che scendere con il 325 (segni bianchi-rossi) è possibile proseguire su una buona traccia a mezzacosta segnalata con i bolli blu che, aggirando il fianco della montagna, porta all’alpe di Piano Quarchietto, sulla strada che conduce alla cappella del Ciavanis. Una volta sulla strada la si segue brevemente in direzione opposta alla cappella fino a una diramazione (segnalata) sulla sinistra che conduce al Roc delle Masche (curioso roccione squadrato ricco di antiche leggende). Da qui a Vonzo.

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