Speroni di Sea (2803m) – Sperone di Sinistra o Sperone Silvia

31 Ago 2020 | Arrampicata

Gli Speroni di Sea sono la  lunga bastionata di serpentino che si sviluppa tra l’Uja di Mondrone e la Punta Rossa di Sea e quasi sembra che vogliano celarsi dietro al Passo dell’Ometto. Eppure offrono diverse vie e possibilità di salita.

in rosso lo Sperone di sinistra o Sperone Silvia, in verde lo Sperone centrale (via Grassi), in blu la via Mosca-Pessiva, in arancione lo Sperone di destra (via Motti)

PUNTA: Speroni di Sea (2803m circa)

ALPI: Alpi Graie Meridionali

VALLE: Val d’Ala

LOCALITA’: bivacco Molino (2280m) da Fraz. Molera di Balme (1458m)

VIA: Sperone di Sinistra o Sperone Silvia

APRITORI / DATA: P. Armando, I. Pivano / 15 ottobre 1967

ESPOSIZIONE: nord

SVILUPPO: 300m

DIFFICOLTA’: TD+ (6a+)

MATERIALE IN POSTO: qualche chiodo

MATERIALE OCCORRENTE: una serie di friend BD dal n°0.3 al n°4 raddoppiando alcune misure intermedie, un paio di microfriend utili, nut, qualche chiodo assortito, martello, fettucce e cordoni, a inizio stagione ramponi per arrivare all’attacco.

attacco

AVVICINAMENTO: superato Mondrone poco prima di giungere a Balme, si svolta a destra verso Chialambertetto e quindi ancora a destra tornando indietro sulla vecchia strada si incontra, dopo poco, il bivio che sale alla piccola borgata di Molera. All’ultimo tornante, poco prima delle case, si parcheggia negli esigui spazi a bordo strada e si prende il sentiero per il Passo dell’Ometto e il bivacco Molino, che si raggiunge in un paio di ore.

Dal bivacco si segue il sentiero per il Passo dell’Ometto (2614m) raggiungendolo. Da qui si scende verso la sottostante pietraia formata da grandi blocchi risalendo poi brevemente alla base dello sperone di sinistra caratterizzato dall’inconfondibile aguzzo dente sommitale. Nella parte bassa si segue il più evidente e netto dei diedri che nella parte alta diventa camino chiuso da strapiombi. 1h / 1h30’.

NOTE: una via ormai dimenticata su una parete che patisce la vicinanza della più famosa Uja di Mondrone. Il serpentino tuttavia è di qualità complessivamente abbastanza buona e la scalata è di soddisfazione. L’ambiente è austero ma la discesa passando dalla vetta della Mondrone molto piacevole. Attenzione che non si ripassa dal bivacco e che, a seconda delle annate, può non essere presente acqua nelle sue vicinanze (se c’è la si può trovare presso la palina segnaletica appena sotto al bivacco, altrimenti bisogna scendere fino al pianoro sottostante dove arriva la normale, ma nemmeno qui è detto che ci sia).

DESCRIZIONE VIA:

L1: attaccare nel diedro salendo per i primi 10-15m la placca di sinistra fino a una stretta cornice dove conviene sostare. IV.

L2: salire il pilastrino articolato a destra del fondo nerastro del diedro proseguendo poi per il sistema di fessure della faccia di destra che devono poi essere abbandonate spaccando a sinistra nel diedro e salendo più facilmente a un gradino dove si trova la sosta con 2 vecchi chiodi. La sosta è rinforzabile con un nut e un buon microfriend (misura vecchio 0.2BD) oppure utilizzando un chiodo. 6a+.

L3: salire dritti sopra la sosta fino a dei gradoni e qui superare un passo atletico (vecchio chiodo presente), andare a destra e salire il bel sistema di fessure sul muro di destra (1 chiodo), rientrando alla fine verso il fondo del diedro che forma un ripiano inclinato dove si sosta (utile un chiodo). 6a+.

L4: da qui il diedro diventa camino ostruito da strapiombi. Si deve quindi salire la paretina di destra (vecchio chiodo) con un passo aggettante ed esposto su roccia qui non molto solida (prestare attenzione). Fatto il passo traversare verso lo spigolo di destra che si risale con più facile arrampicata fino a rientrare a sinistra sopra gli strapiombi che chiudono il camino. V+ esposto.

L5: salire l’articolata paretina soprastante, stando più o meno nel suo centro e uscendo a sinistra su una comoda cengia detritica. Sosta su comode clessidre. IV+

L6: salire a destra una placca compatta e rossastra (unica zona solida ben individuabile) ben ammanigliata fino al suo spigolo di destra. Proseguire in diagonale a destra (attenzione agli attriti) superando una breve placca (1 chiodo con maillon) che porta sotto una zona aggettante. Vincere a destra la fessura rovescia ed atletica ribaltandosi al suo termine da cui con arrampicata via via più facile si giunge a un comodo terrazzino di sosta. V+.

L7: a destra si nota una grande placca che sorregge una parete più verticale, salire invece a sinistra per paretine articolate fin sotto un diedro-camino che si insinua a destra. IV

L8: innalzarsi a destra nel diedro-camino (roccia non sempre buona) fino a uscire in una zona di rocce più rotte. IV+

L9: in alto si vede ormai bene il dente sommitale dalla cui sinistra (guardando nel ns. senso di salita) si origina una spaccatura-canale. Scendere brevemente a destra nella spaccatura e affrontare la parete opposta sotto la direttrice di una bella e netta fessura. Raggiunta la fessura la si risale per traversare quindi alla base del dente. V un po’ esposto nei primi metri.

Dalla base del dente si esce facilmente sul comodo e più dolce versante meridionale.

DISCESA: per rientrare a Molera dove si è lasciata l’auto la soluzione migliore è salire in vetta all’Uja di Mondrone (2964m). 1h fino in vetta dall’uscita. Dalla punta si scende comodamente dalla normale ben segnalata e con qualche corda fissa fino a Molera. Meno di 2h. Una descrizione dettagliata è piuttosto difficile da fare, in ogni caso dall’uscita della via si traversa in direzione dell’Uja ascendendo sempre sul versante Val d’Ala verso destra. Si superano canali detritici e saltini di roccia  (max II) passando sotto ai torrioni di cresta che ci sovrastano a sinistra. Spostandosi progressivamente a destra si esce sugli ultimi metri della Cresta dell’Ometto e da qui in vetta.

Un’altra soluzione, che evita la salita sull’Uja, può essere quella di abbassarsi al sottostante Lago del Mercurin e da questo seguire il sentiero che riconduce all’Alpe le Piane, allo sbocco della normale dell’Uja, da qui a Molera per il sentiero dell’andata. Per scendere al lago dovrebbe esserci, vicino all’uscita della via, un canale detritico che porta giù ma tale soluzione non è stata da noi verificata. Da segnalare che esiste comunque una normale all’Uja di Mondrone che sale dal Lago del Mercurin e quindi traversando la si dovrebbe incrociare (in teoria si dovrebbero trovare dei bolli rossi).

Una terza opzione, molto più lunga, consiste nel scendere passando sotto alla Punta Rossa di Sea raggiungendo poi il Ghicet di Sea, scendere da questo per il sentiero cengia che passa sotto le pendici della Rossa e che arriva sotto all’Ometto, a cui si deve risalire. I tempi però si allungano notevolmente.

Attenzione che la nebbia o il maltempo, abbinati a una scarsa conoscenza dei luoghi, potrebbero complicare e allungare notevolmente i tempi delle varie discese proposte.

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