SEA: l’ultima occasione da non perdere

24 Mag 2024 | Articoli e racconti, News & Articoli

SEA

l’ultima occasione da non perdere

di Giorgio Milano

 

Quando si parla del vallone di Sea subito vengono alla mente alcune cose: la sua selvatica essenza, le scalate, il lontano bivacco Soardi-Fassero. Non viene in mente altro? A me personalmente viene in mente che, quando Reinhold Messner (proprio lui) visitò il vallone in occasione di un servizio fotografico, volle anche lui firmare la petizione che gli presentammo contro quello che allora era la minaccia incombente: la costruzione di una diga per una centrale elettrica.

il bivacco Soardi-Fassero

Ci spiegò i suoi motivi, che erano i nostri, aggiungendo alcuni ragionamenti che mi fecero pensare. All’epoca avevo da poco finito il servizio militare negli Alpini alla caserma Aldo Beltricco di Dronero, e sia per motivi di “servizio” che per i miei interessi alpinistici, giravo quelle vallate. Avevo dei commilitoni che abitavano in quelle valli, addirittura alcuni a Chiappera, al fondo della val Maira. Ed è proprio della val Maira che intendo parlare per far capire la mia idea su Sea. Andavamo a scalare alla Rocca castello ed alla Provenzale percorrendo quella che si definiva una valle “povera”. Paesi poco abitati, pochissimi frequentatori, case abbandonate.

Gruppo Castello e Provenzale

Sono ora passati più di 40 anni da quel tempo, e la valle Maira è cambiata totalmente. Impianti sciistici? Villaggi turistici? Ponti tibetani con discese su cavi d’acciaio? Funivie con ristoranti di vetro e cemento in punta alle montagne? Nulla di tutto questo. La valle Maira ha saputo offrire il suo carattere selvaggio ed intonso ad una frequentazione culturalmente elevata, che sempre di più apprezza e ricerca luoghi non contaminati da infrastrutture, dove poter assaporare il contatto con gli spazi autentici, che abbiano una storia da raccontare.

Chiappera in Val Maira

Molto ha anche fatto la cultura Occitàna, risvegliata da uno sparuto gruppo di persone che di qua e di là delle Alpi ha risvegliato quell’orgoglio identitario che è l’opposto del campanilismo divisivo molto spesso imperante nelle località delle nostre valli. Oggi, nei paesi della val Maira, sovente bisogna prenotare da un anno all’altro per avere posto in certe strutture ricettive, e le prenotazioni arrivano da tutta Europa.

Bene, ora torniamo a Sea ma non solo a Sea, parliamo della val Grande di Lanzo in generale, tenendo presente Sea come quel “gioiello” da far rendere, parlandone in termini imprenditoriali che sono quelli che si capiscono con più facilità visto che è quasi sempre l’interesse che fa muovere le cose. Fate una strada: il guadagno sarà solo di chi muove le ruspe, nessuna ricaduta sul territorio.

Alpeggio Balma Massiet

Anche la giustificazione dell’alpeggio è inconsistente alla luce di come si svolgono oggi le attività pasturali, per non parlare della questione dei portatori di Handicap che personalmente vedo solamente come il tentativo di rendere il più inattaccabile possibile la proposta. E’ già successo in val di Mello, e lì non se la sono bevuta. Non fate la strada ma investite nel ripristino del sentiero e nella pubblicizzazione massiccia di Sea come “gioiello incontaminato” da visitare assolutamente, solo a piedi, facendo in modo che la valle possa sviluppare ancora di più quell’accoglienza di livello che farebbe nel tempo incrementare il lavoro delle strutture già esistenti e ne creerebbe di sicuro altre.

luci e ombre in Sea

In pratica, fate guadagnare solo un’impresa per una volta rovinando irrimediabilmente una possibilità che, dati i tempi, è oro colato oppure scegliete la strada che hanno già percorso in val Maira (ma non solo lì) e cercate di far guadagnare tutta una comunità. Fra le due strade, quale è la migliore? Come avrete notato non ho posto la questione su basi romantiche, e neppure su concetti politici relativi alla scelta di lavorare o meno per tutti, ma essenzialmente su fattori commerciali. E’ il momento buono, questo, perchè una certa sensibilità che decenni fa avevano in pochissimi oggi sia abbastanza diffusa, soprattutto da parte di una possibile futura clientela straniera che cerca angoli di splendore sempre più rari.

lo Specchio di Iside sotto cui dovrebbe passare la strada

Fino ad oggi Sea è stata famosa solo grazie a quegli scalatori ed alpinisti che tanto hanno fatto, ma non crediate che Sea si debba conservare e valorizzare solo per loro: quello della scalata è un mondo che esiste già, ma ci sono da creare tutte le mille suggestioni che Sea è in grado di offrire. Sarebbe uno spreco terribile non utilizzarla per quello che può dare ma declassarla in modo irrimediabile.

Giorgio Milano.

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